STEFANO PINCI | HOTEL PHOTOGRAPHER
Mi chiamo Stefano Pinci e sono un fotografo professionista e videomaker specializzato in hotel, lifestyle, paesaggi e reportage corporate.
Sono nato nel 1980 e il primo approccio con la fotografia e la camera oscura è stato in terza elementare.
Tra le varie attività interclasse che si facevano settimanalmente nella mia scuola c’era per l’appunto la fotografia (sì, era una scuola pubblica che aveva una camera oscura, una falegnameria, una tipografia, un laboratorio di arte sul rame e molto altro: era fichissima).
E’ lì che per la prima volta ho scattato e stampato immagini.
Dopo quell’esperienza l’interesse per la fotografia non è esploso ma è rimasto sopito, in attesa, come la brace ardente sotto la cenere.
E’ grazie a una vacanza nell’estate del 2000 che si è riacceso.
Più che riaccendersi è una bella esplosione!
Durante quelle due settimane mi sono appropriato letteralmente della macchina fotografica che un amico aveva portato con sé, ed è stata la riscoperta del mondo che avevo conosciuto tanti anni prima.
Al ritorno dalla vacanza ho immediatamente rispolverato la vecchia Pentax di papà e non l’ho più abbandonata.
L’anno seguente con il primo premio di un concorso di fotografia locale ho comprato il mio primo ingranditore e da quel momento ho passato non pochi sabato sera chiuso nel bagno di casa a stampare immagini.
Nel frattempo, dopo il liceo scientifico, mi ero iscritto ad Ingegneria (sì, ingegneria…), ma al quarto anno e con venti esami sul libretto universitario ho deciso di mollare tutto per dedicarmi interamente a questa passione: la fotografia.
Decisi allora di prendermi un anno di pausa e, tre mesi prima della sua abolizione, ho iniziato la leva militare come obiettore di coscienza in un’associazione che faceva sostegno a ragazzi disabili. Nel tempo che mi restava lavoravo in un call center per mettere qualcosa da parte per gli studi di fotografia che avevo già deciso di intraprendere l’anno seguente.
All’epoca ero ancora convinto che l’anno di leva obbligatoria fosse un anno rubato (10 mesi in realtà), ma ho compreso abbastanza in fretta che quella sarebbe divenuta una delle esperienze migliori che mi fossero mai potute capitare. In quell’associazione ho continuato a fare volontariato per altri 10 anni, ho coinvolto familiari e amici e ho partecipato a vari raduni nazionali di Special Olympics.
Nel 2004 ho frequentato il corso annuale di fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Roma e nel 2006 ho conosciuto, a una sua mostra, Alessio Pizzicanella, rinomato fotografo di musicisti e star, con un importante passato nella redazione di NME, storica rivista musicale inglese.
E’ proprio questo incontro che ha cambiato tutto.
Alessio non mi prende con sé ma mi spedisce a lavorare presso un suo amico fotografo a Milano, Giuseppe Toja, grandissima firma nel mondo dello still-life.
Per me è stato un sogno che si avverava.
Sono arrivato a Milano, il 9 luglio 2006, il giorno della finale dei Mondiali di Calcio.
La finale dei mondiali è la madre di tutte le partite, come mi scrisse mio padre in un sms appena sbarcato a Orio quel pomeriggio. La partita che, soprattutto quando sei un ragazzo, sogni di vedere a casa tua, con i tuoi amici di sempre, con i tuoi familiari.
Io mi sono ritrovato, invece, in una città che non era, ancora, la mia.
Il destino ha voluto che fosse proprio quella, la notte del trionfo azzurro e mentre l’Italia intera vedeva sorgere l’alba per le strade e le piazze di ogni città e paese dello stivale, alle 2 di notte io ero già a letto perchè il giorno seguente sarebbe stato il mio primo giorno come assistente fotografo in uno studio di Milano.
So che questo può sembrare un aneddoto insignificante, ma negli anni a seguire ha assunto una grande valenza simbolica per me: rinunciare a festeggiare fino al mattino è stato l’emblema della dedizione e della passione che ancora oggi metto in ogni servizio fotografico e di tutti i sacrifici che ho vissuto per diventare ed essere un fotografo professionista.
Durante tutto quel periodo ho avuto l’opportunità di collaborare con moltissimi fotografi di livello, come Giovanni Troilo, Maki Galimberti, Carlo Gilioli, Lionel Pasquon, lavorando negli storici Studi fotografici della Condé Nast in Corso Sempione.
Nel 2007 sono diventato assistente personale proprio di Alessio, con cui ho collaborato fino al 2011 e l’ho seguito sui set di artisti del calibro di Ligabue, Francesco Renga, Negrita, Negramaro, Alessia Marcuzzi, per riviste come Vanity Fair, Rolling Stone, Sportweek e Style Magazine.
Oltre al lavoro sui set, ho curato interamente l’editing in Photoshop dei suoi servizi fotografici, che sono divenuti copertine di dischi, cover stories, redazionali, cartelle stampa per le major discografiche e campagne pubblicitarie a tiratura nazionale.
Sono stati anni in cui ho avuto la fortuna e la possibilità di fare esperienza sul campo in quasi tutte le discipline della fotografia professionale: still life, ritratto, moda, reportage, food, advertising, fotografia di scena, eventi.
E’ abbastanza curioso il fatto che, in seguito, mi sono specializzato nell’unico campo con cui non mi fossi confrontato fino ad allora: la fotografia di interiors e d’architettura e la sua particolare applicazione nel campo dell’hospitality.
Oggi ho la consapevolezza che la formazione che ho ricevuto lavorando come assistente fotografo ha contribuito profondamente nel momento in cui ho avuto la possibilità di reinvertarmi, abbastanza inaspettattamente, come fotografo per hotel, riuscendo a raccogliere in breve tempo parecchie soddisfazioni professionali.
Nel 2010 ho aperto il mio studio personale a Palestrina, una piccola cittadina a due passi da Roma con una grande storia alle spalle, dove sono nato e cresciuto.
Non sono rimasto tuttavia incatenato alla vita di provincia.
Nello stesso anno ho iniziato a collaborare con Wihp, società parigina specializzata in marketing per hotel e ne sono diventato uno dei fotografi di punta.
Nel corso degli anni il lavoro per gli hotel è continuato a progredire fino ed essere la parte fondamentale della mia vita professionale.
Da allora ho fotografato oltre 200 strutture in 17 differenti paesi del mondo, tra questi hotel alcuni top nelle classifiche di settore, come i Library Hotel Collection di New York e Toronto, l’Hotel Singer di Roma e molti altri.
Oggi, tra le mie principali collaborazioni nel mondo dell’hotellerie ci sono Travel Singularity di Simone Puorto, Swing Strategies di Eleonora Zoccoletti e Blastness.
Se la fotografia per hotel è la mia principale occupazione e passione, tuttavia non è l’unica cosa di cui mi occupo.
Seguo diverse aziende che si occupano di arredo, design e Made in Italy come Manodòpera Italia, Simposio Design, Brenta Imperial ed M Group.
Realizzo cataloghi di still life e food per Sanifarma, Contacta, Grammo, Zilberhaar ed altri.
Collaboro, infine, da diversi anni con la Duesse Communication, realizzando per Cover stories per le loro riviste Business magazine, Tivù e Box Office.
Nel 2014 ho realizzato la mia prima mostra fotografica intitolata “Usability Interface”, un racconto per ritratti dedicato al mondo della disabilità.
Tramite questo lavoro di ricerca ho rappresentato e idealizzato le attività e le passioni dei ragazzi dell’Associazione Senza Frontiere con lo scopo di dimostrare come le persone considerate disabili non sono inutili ma possono essere integrate all’interno del tessuto sociale. Perché chiunque, con il proprio lavoro, può generare valore, utile sia per la propria crescita personale che per la comunità in cui vive.